Il Brasile del sudore, del cacao, delle fazendas e delle ingiustizie. Il Brasile che era fino a poco tempo fa, ed in alcune pieghe sopravvive ancora oggi. Ed è sempre il Brasile dei colori, dei sorrisi, della storia che diviene unica e che proviene da altre storie.
La cornice in cui si sviluppa Teresa Batista stanca di guerra, capolavoro del Maestro Jorge Amado, è il Brasile del nord, tra Aracajù e Salvador di Bahia, nel secondo e terzo decennio del novecento.
Attraverso la vita di Teresa l’autore dipinge un affresco unico del sertao, a cavallo tra gli Stati del Sergipe e di Bahia: storia di amore e conflitto sociale, costante, perpetua chiave di lettura di una società che per anni ha poggiato su uno squilibrio biopolitico la propria esistenza. E che ancora oggi presenta tracce evidenti di tale sbilanciamento.
L’odore acre dei postribili ed il “dolce” sapore del sale si fondono in un libro che parla di popolo, di samba di sofferenza, e di gioia, quella vera, quella quotidiana guadagnata giorno per giorno attraverso un abbraccio, la passione, un bicchiere in compagnia.

E così Teresa, pur umiliata, violentata, sottoposta a soprusi, non si arrende, anzi è forte e coraggiosa. Altruista e pronta ad aiutare gli altri, ispira e costruisce la rivoluzione. Dalle case di appuntamento, alle piazze, dai porti alle campagne del sertao questo libro ti fa appassionare alle vicende di questa donna che potrebbe rappresentare il Brasile stesso.
Un libro da leggere e di cui innamorarsi, un paese da scoprire, ogni volta come se fosse la prima.
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